EA, DOPO IL CONTO ECONOMICO, LO STATO PATRIMONIALE

Molto bene, ci abbiamo impiagato ben 4 articoli e circa un mese per approfondire come analizzare il conto economico di una società (EA nel nostro caso presa come esempio). Adesso passiamo ad un altro aspetto importantissimo da unire al conto economico, ovvero lo stato patrimoniale. Sappiamo che a differenza del conto economico, che rappresenta dei flussi (simile al rendiconto finanziario con i flussi di cassa) lo stato patrimoniale invece possiamo vederlo come una FOTO, qualcosa di STATICO, che rappresenta la situazione in un determinato periodo, e solo in quel determinato periodo. Ora, la legge fondamentale che lega lo Stato patrimoniale è la seguente:

Attività = Passività + Capitale Netto

Le attività (cassa, crediti, tutto ciò che rappresenta aspetti positivi di un’azienda) sono uguali alla somma delle passività (debiti ad esempio) e del Capitale Netto (che approfondiremo nei prossimi articoli in quanto merita particolare attenzione). Bene, come sempre riporto lo Stato patrimoniale di EA così poi passiamo alle dovute analisi (dati espressi in migliaia).
VOCI ATTIVO 2015 2016 2017 2018
CASSA/LIQUIDITA’ € 2.068.000,00 € 2.493.000,00 € 2.565.000,00 € 4.258.000,00
RIMANENZE (scorte) € 36.000,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00
CREDITI NETTI € 362.000,00 € 233.000,00 € 359.000,00 € 385.000,00
TOT. ATTIVO CIRCOLANTE (o attività correnti) € 3.720.000,00 € 4.354.000,00 € 5.199.000,00 € 6.004.000,00
IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE (patrimonio imp.) € 459.000,00 € 439.000,00 € 434.000,00 € 453.000,00
ATTIVITA’ IMMATERIALI (immobilizz. Imm.) € 111.000,00 € 57.000,00 € 8.000,00 € 71.000,00
(di cui) AVVIAMENTO € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00
TOTALE ATTIVO € 6.147.000,00 € 7.050.000,00 € 7.718.000,00 € 8.584.000,00
Ora che abbiamo riportato il totale attività degli ultimi 4 anni, andiamo a vedere le singole voci cosa rappresentano. CASSA-LIQUIDITA’: vale per i privati, per le aziende, “cash is king” si usa dire. Eh si, perchè se un’azienda non ha liquidità è praticamente morta. Questo perchè immaginiamo il caso di una società con crediti da incassare per 100, debiti da pagare per 20, perfetto! apparentemente sembrerà una società a posto. Ma se i debiti vanno pagati PRIMA dei crediti, allora in assenza di liquidità (da anticipare in attesa di ricevere l’incasso sui crediti) l’azienda si troverà a corto di soldi e tecnicamente potrebbe anche chiudere bottega. Quindi onde evitare questi problemi, una società in grado di “fare cassa”, di avere liquidità sui conti correnti per svolgere tutta una serie di incombenze (pensiamo ad esempio anche al tema investimenti, qualora volesse acquistare un potenziale competitor) sarà decisamente migliore di una società con poca se non addirittura nessuna liquidità. Perchè guardare lo storico e non un solo anno? Semplice, potrebbe darsi ad esempio che fermandoci solo alla foto del 2018 la liquidità sia dovuta ad esempio ad un’operazione straordinaria (che abbia generato un incasso superiore agli altri anni) mentre a noi interessa la capacità di generare SEMPRE liquidità sufficiente con il proprio business. Inoltre nei periodi difficili (ed un’azienda ne avrà nel corso del tempo) la cassa sarà una delle armi di difesa più importanti per superare eventuali tempeste finanziarie o momenti di scarse vendite. RIMANENZE: le rimanenze sono tutte quelle attività vendibili in poco tempo (quindi lo step “successivo” alla liquidità/cassa). Anche qui è preferibile che risultino in crescita piuttosto che in calo ma senza particolari eccessi (quindi un trend di crescita costante). Solitamente per la rimanenze ci si riferisce più ad aziende che presentano merce “fisica” mentre nel caso di aziende tecnologiche o di servizi tale voce (come nel caso di EA) risulterà bassa o nulla e quindi meno rilevante. CREDITI NETTI:  è un buon indicatore di come la società riesce a gestire i propri incassi, dal momento che la formula è la seguente:

CREDITI NETTI = CREDITI TOTALI – CREDITI INESIGIBILI

Rispetto ai competitor avere un valore più alto di questa voce è considerato un fattore molto positivo TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE: la somma di tutte le attività liquide o prontamente liquidabili prende il nome di attivo circolante, che da solo rappresenta già un buon indicatore (più alto è meglio è) ma che esprime tutto il suo potenziale quando viene rapportato al TOTALE PASSIVO CIRCOLANTE (che tratteremo in seguito). Infatti per esprimere l’indice principale che ci fornisce meglio di tutti il grado di liquidità di un’azienda, utilizzeremo il coefficiente di liquidità.

COEFFICIENTE DI LIQUIDITA’ = ATTIVO CIRCOLANTE/PASSIVO CIRCOLANTE

Intuitivamente possiamo già capire che più alto è meglio è, ma di quanto dovrebbe essere per avere livelli tali da indurci a valutare un possibile acquisto del titolo? Banalmente, MAGGIORE DI 1!! Ciò vuol dire che se ad esempio il nostro coefficiente sarà di 2, le attività “disponibili e liquide” saranno il doppio delle passività (quindi l’azienda sarà in grado di far fronte ai propri impegni ed eventualmente avere ancora liquidità sufficiente per altri scopi.   Molto bene, anche per oggi direi che abbiamo detto abbastanza, quindi vi lascio il tempo di assimilare questi concetti (e magari di rivedervi gli articoli precedenti) così da tornare al prossimo articolo pronti per andare avanti.

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Alla prossima!