L’INVESTIMENTO AZIONARIO CHE I PROFESSORI NON INSEGNANO

Ciao, oggi affrontiamo un tema a me molto caro, ovvero come svolgere un corretto processo di valutazione delle principali asset class in circolazione, su tutte azioni ed obbligazioni. Le valutazioni che faccio qui sono molto diverse dal materiale che puoi trovare in giro, molto probabilmente diverso anche da tutto ciò che potrai leggere, ma posso dirti una cosa CERTA: ho a cuore (davvero) il tuo benessere economico.

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Investire (davvero) in azioni

Mi sono sempre scervellato per trovare una risposta (giusta) a questa domanda: i dati storici, servono davvero a “predire il futuro”? Insomma: la storia si ripete? La risposta è…SOLO PER ALCUNI (POCHI) ELEMENTI! Ma facciamo un passo indietro, e vediamo la differenza tra INVESTIMENTO e SPECULAZIONE che devi SEMPRE tenere a mente. Non sapere questa differenza può essere deleterio per i tuoi investimenti.

INVESTIMENTO: un asset che produce reddito

SPECULAZIONE: un asset che NON produce reddito

Da questa definizione che dovrai sempre avere vicino al PC che usi per investire, ricaviamo quindi la definizione di ricchezza:

La ricchezza è LA SOMMA DEI FLUSSI DI REDDITO (l’affitto di un immobile, i dividendi delle azioni, le cedole delle obbligazioni) generato dai tuoi investimenti

Tuttavia sappiamo (se non hai studiato matematica finanziaria all’Università non ti preoccupare, te lo spiego in modo rapido e semplice) che il reddito percepito OGGI ha per noi un valore MAGGIORE del reddito che percepiremo domani (perchè aumenta l’incertezza futura). Questo ci porta a definire un’altra legge importante per ragionare a proposito della nostra ricchezza, quindi dei nostri investimenti, quindi dei nostri flussi di reddito: il fattore di attualizzazione. Ovvero: SE OGGI INCASSO 100 EURO (CHE CHIAMEREMO “VALORE ATTUALE”, VA), QUESTI SOLDI OGGI HANNO UN VALORE MAGGIORE DEI 100 EURO CHE INCASSERO’ TRA 2 ANNI.  MA DI QUANTO E’ PIU’ ALTO QUESTO VALORE? Girando la domanda in modo più semplice: I 100 EURO CHE INCASSERO’ TRA 2 ANNI, A QUANTO EQUIVALGONO OGGI? La formula è la seguente:

VA = Reddito futuro / Fattore di attualizzazione^n.anni

E qui iniziamo a ragionare: immagina un fattore di attualizzazione del 10%, vuol dire che il fattore di attualizzazione a 2 anni equivale a 1,10^2 = 1.21 (sarebbe 1,10 al quadrato). Perciò se tra 2 anni incasserò 100 Euro, OGGI quei soldi per me valgono 100/1.21 = 82,64 Euro. Se questo fattore di attualizzazione fosse del 20%, avrei 1.20^2=1.44 e quindi il valore attuale dei 100 Euro che riceverò tra 2 anni equivale OGGI a 100/1.44=69,44 Euro. PERCIO’ HAI CAPITO DOVE VOGLIO ARRIVARE?

Quanto più il fattore di attualizzazione è alto, tanto minore sarà il valore attuale. Detto altrimenti, un aumento del fattore di attualizzazione significa che il VALORE ATTUALE di un bene futuro diminuisce

Francesco ma che cosa c’entra questo con le azioni? Ci arrivo tra poco… Qual è il fattore più importante che determina (PER ME) quanto vale questo “fattore di attualizzazione?” (da ora in avanti “FA” per semplificare) Risposta: IL RISCHIO! Cioè, abbiamo visto sopra che più è grande “FA” più il valore attuale dei 100 Euro futuri sarà basso, quindi vuol dire che PIU’ “FA” E’ ALTO, PIU’ IO COME INVESTITORE STO ASSOCIANDO UN RISCHIO MAGGIORE al fatto di ricevere i 100 Euro tra 2 anni, e quindi  ESIGO un interesse maggiore OGGI! Ecco che abbiamo il collegamento con il mercato azionario, ecco che in poche righe hai scoperto quello che il 99% degli investitori non capirà mai!

Il rendimento che può darti il mercato azionario (ora e per sempre) NON E’ LA DIFFERENZA TRA PREZZO DI VENDITA E PREZZO DI ACQUISTO (il capital gain)

Questa è una balla che raccontano i principianti, quelli che vogliono venderti la “formula magica” o il SUPER report con “le migliori azioni a sconto” o con “il portafoglio di azioni infallibile che compri a prezzi stracciati” (che NON si può prevedere).

IL VERO RENDIMENTO (NON SOLO DEL MERCATO AZIONARIO, MA ANCHE DI QUELLO OBBLIGAZIONARIO) E’ DATO DAI FLUSSI DI REDDITO (VEDI LA DEFINIZIONE SOPRA DI INVESTIMENTO) CHE POTRAI RICEVERE DA QUI FINO AL MOMENTO IN CUI LO VENDERAI!

SU QUESTO PARAMETRO SI CONCENTRA IL VERO INVESTITORE per determinare il valore del suo investimento. E sulle azioni, il nostro riferimento sono I DIVIDENDI! E’ una scienza perfetta? No, ma ha decisamente molti ma molti meno margini di errore di qualsiasi altra tecnica predittiva nel mondo. Aggiungiamo un’altra informazione importantissima che migliorerà ancora di più la correttezza delle nostre analisi: queste stime sono valide molto di più per un mercato azionario più diversificato, piuttosto che per un singolo titolo. Tutto bello, ma la pratica? Ecco che qui non ci batte nessuno, perchè noi i soldi li investiamo (i nostri) davvero, e quindi ti diamo anche il risvolto pratico perchè è con quello che poi lavorerai! A questo punto entra in scena il modello di Gordon con la seguente formula:

RM (rendimento atteso del mercato) = RENDIMENTO DEL DIVIDENDO + CRESCITA DEL DIVIDENDO

La formula sopra è valida per le azioni. Per le obbligazioni invece è ancora più semplice: il rendimento del dividendo equivale alla cedola periodica che ricevi, e la crescita del dividendo è pari a zero. Ora, sicuramente qualcuno potrà obiettare che “il modello di Gordon” funziona solo per azioni la cui crescita dei dividendi è stabile, ovvero le aziende più mature! Infatti, ecco perché guardiamo al mercato e non ai singoli titoli, ed ecco perchè il riferimento temporale è il lungo periodo (e non i prossimi 1/3/5 anni). Quindi andiamo avanti, in questa tabella ho riassunto (Fonte: Janus Henderson, report uscito da poco) la crescita dei dividendi degli ultimi 9 anni, con una stima dell’inflazione globale al 3% (questo perché a noi serve il valore REALE, ovvero rendimento nominale meno inflazione). Per la capitalizzazione complessiva invece la fonte è la Banca dati della World Bank.
     Anno Market cap Media Azioni globali (Miliardi USD) Dividendi    pagati (Miliardi di USD) Dividend Yield (D) Crescita Dividendi YoY (g) Rendimento mercato (D+g)
2009                 37.500,00 USD  650,00 USD 1,73% 7,30% 9,03%
2010                 47.500,00 USD  778,00 USD 1,64% 6,60% 8,24%
2011                 47.500,00 USD  946,60 USD 1,99% 21,70% 23,69%
2012                 47.500,00 USD   1.025,10 USD 2,16% 8,30% 10,46%
2013                 55.500,00 USD    1.066,40 USD 1,92% 3,20% 5,12%
2014                 61.500,00 USD    1.181,60 USD 1,92% 11,20% 13,12%
2015                 62.500,00 USD    1.159,90 USD 1,86% -1,80% 0,06%
2016                 63.500,00 USD    1.162,50 USD 1,83% 0,20% 2,03%
2017                 72.000,00 USD    1.252,50 USD 1,74% 7,70% 9,44%
2018                 74.000,00 USD    1.369,60 USD 1,85% 9,30% 11,15%
media                 56.900,00 USD    1.059,22 USD 1,86% 7,37% 9,23%
inflazione         3,00%
crescita reale         6,23%
    Ancora una volta, guardando ai numeri, possiamo innanzitutto vedere come nell’ultimo decennio la “somma” del Rendimento dei dividendi (quarta colonna) e della Crescita dei dividendi (quinta colonna) sia inferiore rispetto a quella del secolo scorso (10%), dove mediamente sia il primo che il secondo parametro si muovevano di circa un 5% ciascuno. Oggi non è più così, pertanto possiamo già fare (in base a quanto detto sopra) una prima considerazione:

NEL LUNGO PERIODO (SUPERIORE AI 20 ANNI) dobbiamo attenderci verosimilmente un rendimento dei mercati azionari (globale, poi da zona a zona cambierà ovviamente) inferiore rispetto al passato

Addirittura su orizzonti più brevi (5 anni, ma per quanto detto sopra va preso con le pinze) la società ROBECO stima dei rendimenti a livello azionario REALI intorno al 4.5%, quindi addirittura inferiori (QUI trovi il report). Applico poi SEMPRE (viva l’umiltà, tutti possono sbagliare) uno scarto dell’ 1% (questo sulla base del fatto che lo stesso modello applicato nel secolo scorso prevedeva un rendimento del 9% a fronte di un rendimento EFFETTIVO del 9.90%). Quindi riprendendo la tabella sopra, la crescita reale dei rendimenti (nel LUNGO periodo!) diventerebbe del 5,23%. Le cose potranno cambiare? Potranno aumentare i tassi di crescita delle aziende? CERTO! Ma se questo succederà, il modello di Gordon andrà rivisto, le stime ricalcolate (anche se non credo che la differenza potrà discostarsi di molto) ma saprete sempre che numeri guardare e soprattutto saprete che, poiché i mercati sono volatili attorno ad un rendimento medio (parliamo sempre di lungo periodo mi raccomando) in caso di forti rialzi o ribassi potremo avere chiara la motivazione in quanto saranno evidenti gli scostamenti dalla media. Chiudo con la risposta alla domanda iniziale, se la storia può aiutarci in qualche modo: come ho già detto nella mia ultima intervista TV (che puoi trovare QUI) non guardiamo la storia per “prevedere i rendimenti”, ma guardiamo la storia per calcolare quali rischi dovremo affrontare nel futuro, quindi dovrò fare riferimento a parametri come Maximum Drawdown e volatilità, che del passato possono fornirci una “stima” dell’entità dei potenziali fattori negativi per i nostri investimenti. Oggi penso che abbiamo detto abbastanza, come sempre vi invito ad iscrivervi alla nostra Newsletter per ricevere in ANTEPRIMA i nostri contenuti. A presto!