VALUTAZIONE TITOLI BANCARI: INDICATORI DA ANALIZZARE

Dopo il conto economico, cerchiamo di capire come funziona lo Stato patrimoniale di una Banca, e soprattutto quali sono le cose importanti su cui concentrarsi (lasciando perdere ciò che è superfluo). Partiamo con il riassumere a grandi linee come funziona uno Stato patrimoniale di una Banca (dove ricordiamo il ragionamento è invertito, ovvero i depositi sono passività, mentre i finanziamenti che concede sono attività).
ATTIVO PASSIVO
investimenti (Titoli di Stato/altro) CAPITALE BANCA (AZIONI)
FONTI DI FINANZIAMENTO (OBBLIGAZIONI Senior/subordinate)
Finanziamenti a privati/aziende (prestiti-mutui ecc) FONTI DI FINANZIAMENTO (depositi/conti correnti)
Ecco l’illustrazione generale di come è suddiviso lo Stato patrimoniale. Mi soffermo un secondo su una questione che finisce spesso sui giornali, ma che la maggior parte degli investitori non riesce a comprendere, vediamo se riesco a spiegarvelo in 2 minuti. L’affermazione è la seguente:

SE SALE LO SPREAD, I TITOLI AZIONARI DELLE PRINCIPALI BANCHE ITALIANE SCENDONO (SALE LO SPREAD QUINDI E SCENDE LA BORSA DI MILANO)

Dal bilancio possiamo vedere che investimenti come i titoli di Stato (la Banca “Monte dei Paschi ad esempio che acquista BTP) finiscono in bilancio nella parte dedicata alle attività. Quindi, (e qui sta la spiegazione) sappiamo che esiste una relazione inversa tra Prezzo e rendimento delle obbligazioni (a maggior ragione se a tasso fisso), di conseguenza il filo è il seguente: Sale lo spread (che solitamente significa che salgono i rendimenti dei BTP). Se salgono i rendimenti dei BTP, scende il loro prezzo, che vuol dire in sostanza che scende il valore dell’investimento. Se scende il valore dei BTP, significa che se prima la Banca Monte Paschi aveva come attività 100 di BTP, adesso quegli stessi BTP varranno in bilancio 95 (per esempio). Il punto però è un altro (e qui come sempre andiamo “a fondo della questione”). Quando una banca (italiana in questo caso) chiede soldi, spesso si rivolge alla BCE (Banca Centrale Europea), che “a garanzia” di questo prestito concesso chiede ad esempio dei titoli come i BTP. Perciò se i BTP perdono valore, a fronte di un ammontare di prestito equivalente, le Banche dovranno fornire in garanzia più quantità di BTP (che valgono meno). Inoltre, essendo molte banche di fatto operanti su territorio italiano, un aumento del “costo” per lo Stato (+ interessi) quando chiederà soldi a prestito, si rifletterà inevitabilmente anche in un aumento di costo per le Banche (e più in generale per le aziende italiane) quando anche loro dovranno chiedere soldi al mercato. Ora che spero di aver chiarito il legame “sale lo spread calano le azioni delle banche” andiamo avanti sul bilancio. In particolare come detto nell’ultimo articolo, il bilancio della Banca ci aiuta a ricavarne la solidità, in base a degli indicatori (una sorta di equivalente dei multipli) che servono da confronto per valutare banche più o meno solide. Prima di vedere quali sono, una precisazione importante: gli ATTIVI DELLA BANCA (quelli che nello Stato patrimoniale si trovano a sinistra, vedi sopra) non sono tutti valutati allo stesso modo, ma vengono “ponderati per il rischio”. Faccio un esempio: Una Banca ha 2 attività in bilancio:
  • 100.000 Euro: titoli di Stato
  • 100.000 Euro: finanziamento concesso all’azienda “XY”
I Titoli di Stato, essendo considerati MENO RISCHIOSI del prestito all’azienda “XY” hanno un fattore di ponderazione pari ad esempio a 0.5. Il finanziamento concesso all’azienda invece, essendo considerato più rischioso, ha un fattore di ponderazione pari ad 1. Quindi il Bilancio “ponderato” (quello giusto che dobbiamo guardare noi, le autorità di vigilanza, praticamente tutti quelli che “dovrebbero” definirsi investitori) risulta così aggiornato:
  • 50.000 Euro Titoli di Stato (100.000 X 0.5)
  • 100.000 Euro finanziamento concesso  all’azienda “XY” (100.000 X 1)
Quello che a prima vista può sembrare una cosa positiva (valutazione maggiore degli attivi rischiosi) in realtà non lo è, per un semplice motivo:

NEGLI INDICATORI DI SOLIDITA’ BANCARIA, CHE SOLITAMENTE SONO UNA FRAZIONE, E SONO ESPRESSI IN PERCENTUALE, GLI ATTIVI SONO A “DENOMINATORE” E VOI SAPETE DALLA QUINTA ELEMENTARE CHE IN UNA FRAZIONE, QUANTO MAGGIORE E’ IL DENOMINATORE, TANTO MINORE SARA’ IL RISULTATO 

Quindi avete già compreso un’altra importantissima verità, ovvero perchè le Banche in determinati periodi “chiudono i rubinetti”, il motivo è quello appena spiegato sopra:

dare più finanziamenti, a maggior ragione rischiosi, RIDUCE gli indicatori di solidità patrimoniale, con tutta una serie di conseguenze economiche, legali ed amministrative

Bene, quindi quali sono i principali indicatori per una Banca che dovete esaminare per capire quali stanno meglio di altre? Vediamo l’elenco: nel prossimo articolo (oggi avete già il 90% in più delle informazioni dell’investitore medio) li andremo ad esaminare in dettaglio. PS: INSERIAMO QUI INDICATORI SIA DI SOLIDITA’ CHE REDDITUALI CHE DI CREDITO, POICHE’ ANDREMO A METTERE INSIEME QUANTO APPRESO SIA LATO CONTO ECONOMICO CHE LATO STATO PATRIMONIALE.
  • CET1 RATIO
  • TOTAL CAPITAL RATIO (TCR)
  • LIQUIDITY COVERAGE RATIO
  • ROE (RETURN ON EQUITY)
  • EFFICIENCY RATIO
  • CREDITI DETERIORATI NETTI/TOTALE CREDITI NETTI
  • TASSO DI COPERTURA CREDITI DETERIORATI
  • SOFFERENZE NETTE/PATRIMONIO NETTO
A questi possiamo tranquillamente aggiungere un importante indicatore di rischio che molti di voi già conoscono, ovvero i CDS (Credit default Swap). Alla prossima!