ITALIANI ED INVESTIMENTI: PERCHE’ LA GUERRA DI “AVENGERS INFINITY WAR” E’ MENO COMPLICATA

Devo ammetterlo, mi piacciono gli Avengers. Ma ancora di più mi piace quella scienza nata recentemente che noi addetti ai lavori  chiamiamo “finanza comportamentale” (per semplificare la psicologia applicata agli investimenti). Nell’ultimo report della Consob, uscito qualche giorno fa, circa le abitudini di risparmio ed investimento delle famiglie italiane, emergono chiaramente incongruenze, contraddizioni, lacune, e perché no, opportunità in ambito finanziario. Eh sì, perché se da un lato la situazione a livello di conoscenze è (diciamolo pure) drammatica, per una persona che ama le sfide come me ciò vuole semplicemente dire che ci sono decisamente dei margini di manovra e di intervento molto grossi. Ma come sempre mettiamoci i numeri.

COMPETENZE FINANZIARIE

Sul campione di oltre 3.000 persone intervistate:
  • 21/100 non hanno alcuna nozione di base su Inflazione, rapporto rischio/rendimento/diversificazione, caratteristiche dei mutui, interesse composto) e un argomento avanzato in ambito obbligazioni
  • 2/100 sanno rispondere correttamente a tutto
  • 77/100 sanno correttamente 1 o 2 di questi concetti
Sarà forse per questo che 2/3 degli intervistati NON sono disposti ad investire in un prodotto che presenta una (seppur ridotta) possibilità di perdita del capitale (della serie voglio un rendimento sicuro, senza rischi, in breve tempo e con la garanzia di riavere i soldi quando voglio). Il restante 1/3 degli intervistati invece è tollerante alle piccole perdite (permanenti o recuperabili nel lungo termine). A livello di strumenti finanziari invece:
  • 30/100 non conoscono nessuno di questi prodotti (Conti correnti/fondi/azioni/obbligazioni)
  • 4/100 li conoscono tutti
  • 20/100 ne conoscono 3 su 5
  • 46 ne conoscono da 1 a 2
Questi numeri ci meravigliano? Niente affatto, perché adesso scopriamo da dove arriva la formazione degli italiani in ambito finanziario: Famiglia, interesse personale, esperienza. E la consulenza non la mettiamo? Eccola qui! Infatti, il 40% ricorre (udite udite) alla consulenza di amici o parenti, il 40% investe in autonomia, ed il 20% si affida ad un professionista del settore. Ma la contraddizione non finisce qui, perché il 34% mostra infatti un “disallineamento” tra le proprie competenze “percepite” e quelle reali (si chiama Overconfidence in finanza comportamentale). Questo disallineamento si manifesta nel fatto che il 40% degli intervistati si riconosce (da solo) elevate capacità di gestione delle proprie finanze. A questo aggiungiamo che il 54% del campione non è in grado di eseguire un calcolo percentuale (ad esempio il 2% di 100 è 2).

PIANIFICAZIONE FINANZIARIA

Il 60% degli intervistati non la fa. Il 40% invece pianifica un obiettivo alla volta. Tra coloro che non pianificano, il 42% non lo fa perché (secondo lui o lei) non serve, perché manca il risparmio o perché in fondo è sufficiente controllare le spese, mentre il 20% è più onesto: dice che serve ma al momento non ha voglia di pensarci. Il 26% degli intervistati poi non accantona nulla, in quanto le spese sono maggiori delle entrate. Perché sostanzialmente la maggior parte degli italiani non investe? Per 2 motivi…
  • Mancanza di risparmi
  • Mancanza di fiducia del sistema finanziario
Ma che strano…eppure pensate che secondo i dati pubblicati dall’ Agenzia delle dogane e dei Monopoli di Stato le somme immesse nei giochi di vario genere dagli italiani ammontano (nel solo 2018) a 19 Miliardi di Euro! Adesso capite perché volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, questi numeri ci dicono che per migliorare la salute finanziaria dei nostri genitori, figli e fratelli, abbiamo davanti davvero un’autostrada, speriamo solo di insegnare a più persone possibili come guidare!