CHE RENDIMENTO VUOI DAI TUOI INVESTIMENTI?

L’altro giorno ho scritto un breve riassunto di tutte le anomalie finanziarie (di cui la maggior parte psicologiche) che contraddistinguono l’italiano medio emerse dal Rapporto Consob 2019 (trovate l’articolo QUI). Torno oggi sul tema (in quanto lo ritengo molto interessante) analizzando un altro errore molto comune in particolare con riferimento al discorso dell’avidità. Avidità per me significa voler fare tanti soldi e subito, pretendere di ottenere rendimenti migliori di quelli del mercato, e pretendere di poter moltiplicare il proprio capitale anche 3 o 4 volte nell’arco di poco tempo. Tutto questo, sia chiaro, lo vogliamo la maggior parte delle volte senza voler nemmeno rischiare. A questo proposito parto subito con una provocazione, ovvero di tutti i siti che vedo, di tutti i “professionisti” che parlano, nessuno fa vedere i risultati sul proprio capitale (badate non mi riferisco a screenshot fasulli o presunti backtest o simulazioni che fanno intendere che i soldi siano tuoi, intendo fammi vedere proprio il deposito titoli oppure il portafoglio presso il tuo broker). Perciò inizio con il dirvi che quando lanceremo nel mese di aprile 2020 la nostra sezione dedicata al mondo degli investimenti, in primis ci saranno i miei soldi e potrete vedere esattamente le operazioni che faccio sul MIO capitale (questo perché ritengo ci possa differenziare da tutta la fuffa che si trova sul web). Tornando a noi, trovo sempre esilarante quando una persona promette rendimenti superiori alla media oppure qualcuno nella community mi chiede se riesco a performare più del mercato (che poi vuol dire tutto e niente, cosa intendiamo per “mercato”). Poi ragiono sempre su una cosa: nel mercato esistono diversi operatori (tra cui Investitori retail o Istituzionali, come Banche ed Assicurazioni, fondi pensione) e numerose persone che fanno parte di queste società hanno alle spalle dei CV impressionanti, con studi in prestigiose università o esperienze lavorative di tutto rispetto. Se ci pensate però, queste persone sono tutte in competizione tra di loro, tutte che cercano di arrivare “prima” su quel determinato trend, su quel determinato titolo, per battere il mercato. Tutti con delle analisi impressionanti e dati precisi al millesimo. Tutto questo però è un gioco a somma zero e nella peggiore ipotesi negativa, altrimenti i fondi comuni ad esempio (gestiti da persone sulla carta molto competenti) batterebbero i loro benchmark spesso (invece 8/10 non ci riescono se consideriamo un arco temporale pari o superiore ai 3 anni, qui trovate i dati completi).
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% fondi comuni battuti dal Benchmark a 1,3,5,10 anni (fonte: Spindices) 

Quindi se una persona mi chiede “Francesco, ma quanto puoi aspettarti dai tuoi investimenti come rendimento annuale?” E’ una domanda tipica (e sbagliata, come ho già spiegato più volte), ma in questo caso volendo rispondere a livello di aspettative, la più corretta è “il rendimento di mercato”, in quanto mi ritengo estremamente umile da non pensare di essere in grado di batterlo! Perciò ecco cosa guardo: nell’immagine sotto trovate i rendimenti annuali di uno dei principali indici azionari (prendiamo ad esempio lo S&P 500).
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Performance annuali S&P 500 1827-2019 (fonte: Macrotrend)

Come potete vedere sopra, dal 1927 al 2019, il mercato ha avuto alti e bassi, e siamo passati a seconda dei periodi da un -47% del 1931 (tutti pensano erroneamente che il peggiore anno sia stato il 1929) ad un +47% c.a. del 1933. Nel mentre, abbiamo avuto le seguenti caratteristiche:
  • 29/92 anni negativi
  • 2/92 anni a rendimento zero
  • 61/92 anni positivi
Ora, fermo restando che abbiamo già parlato dell’errore di tentare il market timing (beccare l’anno o il periodo migliore per entrare e per uscire non è possibile) resta l’altro errore di pensare di riuscire a fare meglio del “mercato” (l’indice S&P500 in questo caso) che mediamente ha performato tra crescita del valore titoli e reinvestimento dividendi un 9.075% annuo (non so voi, ma a me sta più che bene). Quindi se qualcuno vi propone uno strumento “infallibile” per battere il benchmark, un portafoglio “dinamico” o una strategia per sovraperformare il mercato, ancora una volta, girate i tacchi e filate, anzi PRIMA gli chiedete di farvi vedere I SUOI SOLDI, IL SUO PORTAFOGLIO, e poi filate (perché tanto inventerà una scusa per non farlo). Perciò vi do appuntamento ad aprile per il lancio della nostra nuova sezione dedicata agli investimenti ed alla formazione, nel frattempo resto a disposizione per i vostri feedback e per dubbi o domande sulla materia. Alla prossima!