Rischio cambio EUR/USD: come proteggere il portafoglio nel 2025
Con la recente svalutazione del Dollaro USA, il tema del rischio di cambio EUR/USD è tornato sotto i riflettori per gli investitori esteri.
Gestirlo correttamente può significare proteggere il rendimento, evitare sorprese e migliorare la diversificazione.
In questa guida aggiornata al 2025 vedremo:
- Come funziona la copertura valutaria negli ETF
- Qual è il valore medio storico del cambio EUR/USD
- Quanto costa oggi coprirsi dal rischio di cambio
- Quanta valuta estera è ottimale in portafoglio
- Dati, numeri e grafici reali a supporto
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Cos’è e come funziona la copertura valutaria negli ETF
Quando acquisti un ETF denominato in dollari, ma lo fai con euro, sei esposto al cosiddetto rischio di cambio. Se il dollaro si deprezza, anche se l’indice americano sale, potresti guadagnare meno o addirittura perdere.
Per evitare questo, esistono gli ETF hedged (coperti): utilizzano contratti derivati (forward valutari) per neutralizzare le fluttuazioni del cambio EUR/USD.
Esempio pratico:
- S&P 500 +10%, ma EUR/USD +5% → guadagno effettivo ≈ +5% (non hedged)
- Con ETF hedged → guadagno ≈ +10% (indipendente dal cambio)
Cambio Euro/Dollaro storico: media e tendenze
Il cambio EUR/USD ha mostrato forti oscillazioni negli ultimi 20 anni.
📌 Media storica: ~1,18
📌 Range tipico: 1,05–1,35
Fonte: ECB
Questi movimenti dimostrano l’importanza di non sottovalutare l’impatto valutario, soprattutto in orizzonti inferiori ai 5 anni.
Quanto costa coprirsi oggi (2025) dal rischio di cambio?
Ecco i dati aggiornati a giugno 2025:
- Forward EUR/USD 12 mesi = +2,1% (costo implicito annuale calcolato dal differenziale tra tassi USA e tassi Euro)
- Questo riflette il differenziale tra i tassi USA (più alti) e UE
- ETF con copertura valutaria hanno TER maggiori rispetto a quelli senza, infatti il costo reale stimato della copertura in un ETF potrebbe variare tra 0,3% e 0,6% annuo
Nota: gli ETF rollano forward mensili/trimestrali, abbattendo i costi rispetto a forward 1Y puri (quindi meno del 2.1%).
Quanta Valuta Estera Conviene Avere in Portafoglio?
Il dollaro agisce spesso da valuta rifugio, ma non sempre (tipicamente solo nei momenti più critici di mercato). Inoltre la regressione verso la media dove "aspetto perché prima o poi torna in pari" non è confermata statisticamente e non funziona come per il mercato azionario (dove se investo in S&P 500 per almeno 17 anni quasi sicuramente sarò in guadagno, per l'effetto cambio non è detto sia così)
Avere esposizione USD riduce il rischio di eventi sistemici europei
- Una percentuale tra il 10% e il 25% del portafoglio in dollari potrebbe essere considerata prudente
- Una percentuale tra il 25% e il 50% del portafoglio in dollari potrebbe essere considerata bilanciata
- Una percentuale superiore al 50% del portafoglio in dollari potrebbe essere considerata aggressiva
Per un investitore europeo:
- Breve termine o obiettivi in euro (entro 3 anni) → meglio ETF hedged
- Lungo termine (10+ anni) → si può tollerare rischio cambio, utile per diversificare
Consideriamo infine, che un portafoglio con all'interno un ETF azionario globale, oggi prevede le seguenti percentuali di America (e quindi di Dollaro):
1) MSCI WORLD: 68%
2) MSCI ACWI: 61%
Quindi se avessi oggi due ETF, il primo al 50% come MSCI World, ed il secondo come azionario in Euro sempre al 50%, l'esposizione valutaria sarebbe del 39% circa (questo vale anche nella parte BOND/obbligazioni).
Vanguard per esempio, nei suoi ETF Lifestrategy (80/20, 60/40 ecc...) utilizza la copertura di cambio solo sulla parte obbligazionaria, proprio perché coprirsi dal cambio, oltre che un costo aggiuntivo, toglie volatilità, che è una caratteristica naturale del mercato azionario (più idonea sui bond dove si cerca stabilità).
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